E' evidente in quest' opera l' influenza della teoria dei sogni di Freud, nella quale si afferma che un elemento percepito dall' esterno durante il sonno, viene inserito coerentemente all' interno del sogno.
Nell' opera è rappresentata Gala nuda al momento del risveglio, sdraiata su di una roccia, nel momento in cui le appare in sogno una baionetta pronta a pungerla, evocata da un' ape che ronza attorno ad una melagrana, sospesa accanto a lei.
La baionetta è preceduta da due tigri inferocite, le quali a loro volta fuoriescono dalla bocca di un pesce arancione seguito da una melograna, creando una sequenza di immagini inverosimili e surreali.
L' elefante in secondo piano, sullo sfondo, dalle zampe aracnoidi che regge un obelisco, derivata dalla scultura di Gian Lorenzo Bernini nella piazza di Santa Maria sopra Minerva a Roma, sarà presente anche in altri dipinti, fino alla sua realizzazione in oro e pietre preziose di una scultura intitolata "L' elefante spaziale".
Lo sfondo deserto aumenta l' atmosfera surreale.
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